Donne, welfare e innovazione: questi sono gli elementi di una nuova strategia vincente.
A dimostrarlo sono i numeri emersi negli ultimi giorni in occasione della sesta edizione di Women Value Company, premiazione istituita dalla Fondazione Marisa Bellisario in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che ha l’obiettivo di coinvolgere le imprese in un percorso di Empowerment femminile e valorizzare le pratiche più virtuose e innovative.
La pandemia, con le misure di contenimento e le limitazioni nei settori a maggiore presenza femminile e nei servizi educativi, ha drasticamente influito sulla condizione lavorativa delle donne, spesso allontanandole dal mondo del lavoro. Il risultato è stato che nel 2021 il tasso di attività femminile in Italia si è attestato al 55,4%, risultato peggiore in Europa secondo solo alla Romania.
Il Premio Women Value Company di quest’anno ha però evidenziato la controtendenza di centinaia di aziende che autocandidandosi hanno non solo manifestando la loro sensibilità al tema, ma hanno anche testimoniato come proprio la componente femminile nell’organico sia stato la chiave del loro successo.
Le aziende che hanno partecipato alla selezione hanno infatti riscosso, rispetto alla media del loro settore, una migliore tenuta durante la crisi del 2020, anzi, il 66% di loro ha persino registrato una crescita del fatturato e una maggiore marginalità. In particolare, il dato più interessante riguarda il loro capitale umano che ha generato un valore aggiunto pro capite doppio rispetto alla media, attestando una maggiore qualità e produttività.
Ma cosa caratterizza queste aziende a tal punto da rendere le loro performance così elevate?
La maggior parte delle aziende che hanno passato la selezione dimostrano una politica retributiva favorevole o paritaria, hanno almeno la metà dei ruoli manageriali ricoperti da donne e oltre la metà dei dipendenti donne. Inoltre, l’87% ha mantenuto lo smart working e il 60% offre ai dipendenti soluzioni di assistenza sanitaria, flexible benefit e specifici corsi di formazione. Le aziende candidate si sono distinte inoltre per l’elevata propensione a investire nell’innovazione, soprattutto nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione*.
È interessante notare che le candidate a registrare i valori più altri nei punti appena descritti segnalano anche migliori prospettive di crescita e migliori attese sul fatturato dell’anno in corso. Si tratta di PMI a guida femminile, che hanno alte percentuali di dipendenti e responsabili donne, che offrono iniziative per conciliare vita professionale e personale e che hanno investito in tecnologie e specifici programmi di formazione per la digitalizzazione.
Considerati i risultati riscossi non si può negare loro il titolo di “portatrici sane di Best Practice” che dovrebbero, non solo rappresentare un esempio, ma stimolare una riflessione più ampia su inclusione del capitale umano e innovazione, con una conseguente inversione di tendenza nell’attuale mondo del lavoro.
Comments